La storia dei novant'anni della casa editrice Bompiani, un decennio per volta.
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Gli anni novanta in casa Bompiani si aprono con Panta, rivista quadrimestrale nata proprio nel 1990 per iniziativa di un comitato fondatore composto da Alain Elkann, Elisabetta Rasy, Elisabetta Sgarbi e Pier Vittorio Tondelli. I volumi, dal taglio monografico, affrontavano tematiche culturali di rilievo, facendo convergere i contributi degli studiosi particolarmente qualificati in una discussione aperta. Tra i membri del comitato fondatore, Elisabetta Sgarbi diverrà direttore editoriale di Bompiani fino al 2015.
Il 1990 si apre anche, tristemente, con la morte dell'autore italiano tra i più importanti nel catalogo della casa editrice: il “grande vecchio” Alberto Moravia. Era il 26 settembre, e quello stesso giorno avrebbe dovuto ricevere la prima copia della sua autobiografia, Vita di Moravia, scritta a quattro mani con Alain Elkann. Poco più di un anno dopo, con tragica ironia, è il “grande giovane” della letteratura italiana, Pier Vittorio Tondelli, ad andarsene. Aveva da poco dato alle stampe il suo libro cult Un weekend postmoderno. Postumi avrebbero visto la luce L'abbandono, la nuova edizione di Biglietti agli amici e Dinner party.
Di contro, l'ultimo decennio del Novecento vede l'arrivo in Bompiani di alcuni scrittori contemporanei tra i più importanti del panorama letterario contemporaneo. Nel 1990 esce Storia dell'assedio di Lisbona di José Saramago, che otto anni più tardi, ormai già passato a Einaudi, sarebbe diventato il primo autore in lingua portoghese a ottenere il Premio Nobel. Nel 1994 la casa editrice inizia la pubblicazione delle opere di Hanif Kureishi che diviene in breve tempo una delle stelle del catalogo. Nello stesso anno viene pubblicato anche Col fucile del console d'Inghilterra che rivela al di qua delle Alpi la voce di Amin Maalouf. Nel 1999, invece, sbarca in Italia il controverso Michel Houellebecq: Bompiani dà alle stampe il romanzo che lo rivela, Le particelle elementari.
A partire del 1995, con l'Alchimista, Paulo Coelho pubblica con Bompiani tutti i suoi libri. Tradotto in sessantasei lingue, Coelho diventa ben presto anche in Italia un autore da bestseller.
I nomi fatti fin qui confermano l'impegno di Bompiani nella ricerca delle grandi voci della letteratura nazionale e internazionale. Sempre negli anni novanta la casa editrice propone alcuni titoli che diventano presto i classici di fine millennio: I miei luoghi oscuri di James Ellroy nel 1997, Gli anelli di Saturno di W.G. Sebald nel 1998 e Le ore di Michael Cunningham nel 1999, per limitarci a tre titoli.
Anche la letteratura italiana riserba piccole perle. Nel 1992 esce La bruttina stagionata di Carmen Covito, che vince il Premio Rapallo e il Premio Bancarella, viene tradotto in sei lingue e diventa un monologo teatrale e un film. Nel 1994, invece, Bompiani torna a vincere il Premio Strega grazie a Giorgio Montefoschi e al suo La casa del padre.
Due nuove collane “gemelle” vedono la luce tra il 1996 e il 1997: la prima, “pasSaggi”, accoglie testi di saggistica agile e incisiva, rivolta a temi di un'attualità complessa e densa di implicazioni; la seconda, “asSaggi”, l'anno successivo e in stretta relazione con la precedente (come sottolineato dal nome e dalla grafica di copertina), ne declina le caratteristiche di agilità e scioltezza su un piano narrativo, proponendo brevi romanzi e racconti, scritti autobiografici e interviste. Tra i titoli più fortunati del decennio apparsi negli “asSaggi” va sicuramente annoverato Neve di Maxence Fermine.
Se le prime due collane inaugurano per i Tascabili il decennio, l'ultima lo chiude sul fronte delle novità. Tutte e tre, a ogni modo, si rivelano ben presto tra le più fortunate della nostra casa editrice. Nei “Saggi Tascabili” trovano posto, dal 1991, le edizioni economiche dei “Saggi Bompiani”, oltre a numerose proposte originalei di saggistica storica, filosofica e letteraria, con due importanti sottocollane: “Dimensioni della scienza”, a cura di Giovanni Boniolo, che affronta i grandi temi della scienza, e “Agone”, curata da Antonio Scurati e tutt'ora viva, che intende riportare lo spirito agonistico e l'impegno intellettuale al centro del lavoro culturale sotto il segno della militanza. “Storia Paperback”, invece, nasce nel 1992 con l'intento di narrare, senza tuttavia prescindere dalla più aggiornata documentazione scientifica, la storia delle diverse nazioni, soffermandosi anche su alcuni movimenti di particolare rilievo (come la Massoneria, per limitarsi a un solo esempio significativo). Tutt'ora viva, continua ad arricchirsi di preziosi contributi. Gli “Overlook”, invece, come si diceva, nascono nel 1999 e ancora oggi sono il contenitore nel quale confluisce quel vasto mare di difficile definizione che va sotto il nome di varia. La collana si distingue fin da subito, infatti, per una intersezione dei generi letterari che vanno dall'approccio saggistico nei confronti di tematiche concrete a una narrativa saldamente ancorata alla realtà dei problemi.
Per celebrare un compleanno importante come il novantesimo, il primo con Giunti Editore, Bompiani ha scelto un libro per ognuno dei nove decenni della propria storia: un riassunto minimo ed essenziale delle puntate precedenti per una casa editrice che, restando fedele a se stessa, ha avuto numerose identità e ha varato un catalogo vastissimo e diversificato. Per gli anni ottanta abbiamo selezionato Le particelle elementari di Michel Houellebecq.
Considerato uno dei più importanti romanzi francesi degli ultimi trent'anni, l'opera seconda di Michel Houellebecq viene pubblicato da Bompiani nel 1999, un anno dopo l'edizione originale. È la storia di due fratelli: Bruno, insegnante attirato dal sesso in modo morboso e costretto dalla malattia a entrare e uscire dalle cliniche psichiatriche; e Michel, scienziato dedito alla biologia molecolare in odore di Nobel. Sia la morbosità patologica di Bruno sia l'asettica razionalità di Michel sono il risultato dell'ambiente che li circonda: un mondo fatto di solitudini e dominato dal caso. Nella descrizione di questo quadro apocalittico, nell'aridità di questa umanità scarnificata si intravedono scenari futuri dai risvolti inquietanti – segno distintivo della narrativa di Houellebecq, che offre, fin da questa seconda prova, uno sguardo disincantato sul corpo agonizzante della civiltà occidentale. Vincitore di numerosi premi in patria e all'estero, caso letterario mondiale e oggetto di polemiche e dibattiti feroci, è ormai considerato un punto di svolta nella narrativa francese a cavallo del secolo. Dal romanzo è stato tratto nel 2006 l'omonimo film di Oskar Roehler, che ha vinto un Orso d'argento al migliore attore (Moritz Bleibtreu).